Memory of a past that never was
Memories of a past that never was
La serie nasce dal mio desiderio di esplorare la sottile linea che separa la realtà dalla finzione nella nostra memoria collettiva. Utilizzando un modello AI addestrato con le immagini della mia famiglia, genitori, nonni, zii e parenti vari. Ho creato un archivio di ricordi, sia autentici che falsi, che convivono in un delicato intreccio. Ogni opera della serie si muove in un terreno di mezzo, in cui le reminiscenze reali si sovrappongono con quelle immaginate, generando un tessuto visivo che sfida l’osservatore a distinguere ciò che è stato da ciò che non è mai esistito. Le immagini create dall’intelligenza artificiale catturano frammenti della mia storia familiare, fondendoli con paesaggi e volti che appartengono a un tempo perduto o forse mai esistito. Il risultato è una raccolta di opere che riflette la natura fluida della memoria, evocando un senso di nostalgia, desiderio e connessione.
In “Memories of a Past That Never Was,” invito lo spettatore a immergersi in questo viaggio emotivo, ad abbandonarsi ai ricordi, e a contemplare come le storie familiari si fondano, si sovrappongano e, a volte, si reinventino. L’intelligenza artificiale agisce qui come una sorta di alchimista digitale, trasmutando i ricordi in un mondo alternativo. In questo mosaico digitale, ogni opera diventa una finestra verso un passato che appare tangibile eppure inafferrabile. Le distorsioni e le combinazioni imprevedibili create dall’AI aggiungono una dimensione surreale, in cui le identità familiari vengono reinventate e i volti familiari si trasformano in specchi per dei noi stessi alternativi.
Un viaggio nostalgico e sperimentale che abbraccia la bellezza e l’incertezza di immagini reinventate. La serie riflette la complessità della memoria umana, dove ricordi e finzioni si sovrappongono, ricordandoci che ciò che percepiamo come storia può essere altrettanto sfuggente e mutevole quanto l’immaginazione stessa.
Massimo Balestrini