L’arte dell’Intelligenza Artificiale

Nel suo testo L’arte dell’Intelligenza Artificiale: parole‑chiave filosofiche, Alice Barale esplora in maniera raffinata il rapporto tra arte, pensiero filosofico e tecnologie generative. Ogni capitolo del volume ruota attorno a una parola‑chiave: “opera”, “autore”, “tempo”, “memoria”, “umano”.

Il capitolo dedicato alla memoria si distingue per il suo carattere evocativo e riflessivo: l’autrice ci invita a considerare come l’immagine generata dall’AI non sia un mero prodotto artefatto, ma un dispositivo di conservazione, stratificazione, interrogazione. È un archivio che trasforma la memoria in materia visiva, stimolando nuove forme di visione e lettura dell’esperienza estetica.

Barale pone al centro il concetto di interazione artistica con l’AI, sottolineando il buon esito delle opere visive quando nascono da un dialogo consapevole tra macchina e artista, e quando accolgono la tensione tra rappresentazione e allucinazione, tra ricordo e invenzione.


Il paesaggio visivo di Balestrini

In questo quadro teorico, il lavoro di Massimo Balestrini trova un rilievo particolare. Le sue opere – che operano strati di pittura, stampa digitale e AI generativa – incarnano la tensione tra memoria e visione allucinata. Barale evidenzia come le sue immagini generino ponti tra il passato (fragmenti dell’immaginario collettivo) e il presente digitale, negando ogni lettura univoca e aprendo a una molteplicità di sensi.

Il contributo di Balestrini viene letto non come un’illustrazione passiva del tema “memoria”, ma piuttosto come un attivatore visivo. Le sue scenografie, collage e paesaggi digitali operano su un doppio livello: evocano memorie stratificate e al contempo disorientano lo spettatore verso nuove narrazioni, più elastiche e meno rassicuranti.


Una memoria in trasformazione

Barale utilizza il caso delle opere di Balestrini per suggerire che, nell’era dell’AI, la memoria non è più un deposito statico di tracce, ma un processo dinamico e aperto. Le immagini generative, soprattutto se sospinte fino all’allucinazione visiva, rivelano lo sguardo umano come un archivio in costante ridefinizione.

In questo senso, la memoria diventa un luogo mobile: un paesaggio visivo in cui l’arte si fa strumento di riflessione filosofica, dove ciò che appare e ciò che sfugge si intrecciano in un dialogo tra cognizione, immaginazione e visione artificiale.

L’arte dell’intelligenza artificiale: parole-chiave filosofiche
di Alice Barale
Editore ‏ : ‎ Jaca Book
Data di pubblicazione ‏ : ‎ 13 dicembre 2024
ISBN-10 ‏ : ‎ 8816307307
ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8816307308