You Can Change The World

You Can Change The World
80x180 cm Mixed Media on Canvas (2014)
Unpacked
150x100 cm - Mixed Media on canvas  (2014)
Fight Night
90x200 cm - Mixed Media on canvas  (2014)
Swing
120x1120 cm - Mixed Media on Canvas (2014)
Wings For Wheels
60 x120 cm - Mixed Media on canvas  (2013)
Inflatable World
100x200 cm Mixed Media on Canvas (2014)
A New Light
160x60 cm Mixed Media on Canvas (2014)
Gone With The Wind
100x150 cm - Mixed Media on Canvas (2014)

La serie You Can Change The World si muove tra utopia e distopia, tra sogno visionario e realtà critica. Qui la pittura e il digitale si intrecciano per costruire universi sospesi, città impossibili, cieli solcati da macchine volanti e palloni aerostatici che portano con sé messaggi enigmatici. Ogni tela è un palcoscenico affollato, un collage vivente in cui il reale e il fantastico si confondono fino a generare nuove mitologie del presente.

You Can Change the World

Il cuore della serie si apre con un imperativo che è anche promessa: “You Can Change The World”. L’opera si pone come manifesto e come slogan, ma non privo di ambiguità. È un invito ad agire, ma anche un monito sul linguaggio della propaganda, dove la parola di speranza rischia di confondersi con la retorica del mercato. Lo spettatore è posto davanti a un bivio: credere che il cambiamento sia possibile o riconoscere in quelle lettere luminose il riflesso di una promessa consumata. Qui risuona il pensiero di Gandhi: “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. Non basta attendere che l’altrove prenda forma: è nello sguardo stesso, nel gesto di chi osserva, che inizia il mutamento.

Unpacked

Una figura femminile, sospesa tra fragilità e potenza, scosta un velo trasparente. Il gesto, apparentemente intimo e domestico, diventa allegoria della rivelazione. Nel togliere, nello scoprire, si cela la promessa di un mondo altro, ancora da svelare. Unpacked racconta che il cambiamento non è solo collettivo, politico o tecnologico: è anche interiore, segreto, custodito nei gesti minimi. Qui il corpo diventa soglia, un luogo poetico che unisce memoria e futuro.

Fight Night

Il ring affollato di Fight Night non è solo scena sportiva, ma metafora del conflitto che attraversa il nostro tempo. Corpi che si affrontano, folle che osservano, slogan che lampeggiano: tutto parla di potere e spettacolo, di vittoria e sconfitta. È l’immagine di un mondo che trasforma ogni gesto in evento mediatico, ogni scontro in spettacolo da consumare. Eppure, anche qui, si intravede la possibilità di un cambiamento: nella fatica dei corpi, nella vulnerabilità della lotta, si apre lo spazio di una verità che non può essere mascherata.

A New Light

Un’auto sospesa nel cielo, sorretta da mani gigantesche, attraversa lo spazio urbano. A New Light racconta la possibilità di guardare al mondo con occhi rinnovati, di vedere diversamente ciò che credevamo immobile. La macchina, simbolo della modernità, si solleva oltre la gravità: diventa metafora di un viaggio interiore e collettivo. È la luce nuova che illumina non solo gli oggetti, ma lo sguardo stesso, ricordandoci che “il cambiamento non è altro che un altro modo di vedere le cose.”

Wings for Wheels

Automobili che diventano aquiloni, oggetti quotidiani che si librano nel cielo. In Wings for Wheels la pesantezza della materia viene vinta dalla leggerezza del sogno. Il quotidiano si trasforma in visione, e ciò che è nato per restare ancorato alla terra trova improvvisamente la sua possibilità di volo. È un inno alla metamorfosi delle cose, alla capacità dell’immaginazione di rovesciare le logiche del reale.

Gone with the Wind

Qui il vento diventa forza creatrice, capace di sradicare certezze e di rimettere in circolo i segni. Figure e oggetti si sollevano come trasportati da una corrente invisibile, un turbine che non distrugge ma trasforma. Gone with the Wind mostra che il cambiamento non è sempre scelta, talvolta è destino, forza inevitabile che trascina con sé i corpi e le storie. Ma proprio in questa forza esterna si cela un’apertura: l’inatteso che ci obbliga a guardare con occhi diversi.

Inflatable World

Un mondo gonfiabile, colorato, fragile. Inflatable World evoca l’illusione della leggerezza, la promessa di un universo che può essere montato e smontato come un gioco. Ma sotto questa superficie giocosa si cela un’ambiguità inquietante: quanto dura un mondo così? Quanto resiste un cambiamento che si affida all’aria e alla plastica? L’opera diventa riflessione sulla precarietà delle nostre utopie, sospese tra festa e collasso.

Swing

Una figura femminile sospesa in aria, tra giostre e colori, incarna il senso stesso della vertigine. Swing racconta il desiderio di slancio, di evasione, ma anche la fragilità dell’equilibrio. È immagine di libertà, ma di una libertà precaria, continuamente esposta al rischio della caduta. Qui l’immagine diventa parabola dell’esistenza: il cambiamento non è mai stabile, è un oscillare continuo tra il sogno e il rischio, tra il volo e il precipizio.